venerdì, dicembre 22, 2006

le assemblee di classe

Ma dico.. è possibile che un sentimento sincero possa sembrare impossibile? se io mi dispiaccio sinceramente con i miei compagni che non riescono ad avere dei buoni risultati scolastici, loro lo percepiscono come un "ah adesso arrivo io e vi spiego come si fa a vivere, che io lo so".. e cavolo non è per nulla vero! Io davvero non so come comportarmi. Non fanno che lamentarsi, senza mettere azioni che possano dare dei buoni risultati. Pretendono di scrivere un buon tema senza avere qualcosa da scrivere.. come se bastassero le parole.. come se bastasse entrare a scuola e sedersi per essere degli studenti, come se avere diciotto anni voglia dire solo avere la macchina, avere più libertà.. e nessuna responsabilità. Tanti diritti e pochi doveri. Non c'è curiosità nel conoscere, nè spirito critico. Le informazioni passano dal libro alla professoressa senza passare nelle persone, non c'è passione, non c'è spirito di ricerca. E a me cavolo DISPIACE e come glielo faccio capire? sempre convinti di meritarsi 11.. è sempre un ingiustizia.. ma si lascia perdere che tanto non si può risolvere niente. Fossero tutte ingiustizie, perchè non si combatte per la giustizia, quando non riguarda altro che un voto a scuola? che può significare poco o moltissimo.. un semplice cambiamento di atteggiamento può cambiare radicalmente la vita!!

7 commenti:

Anonimo ha detto...

sai mi rendo conto sempre di più che è così: è raro poter avere a che fare con qualcuno senza doversi mettere una maschera ed essere profondamente insinceri... I rapporti interpersonali sono necessariamente complicati ma che vengano gestiti come battaglie è una cosa squallida, e purtroppo questo succede con un bel po' di gente.
E non è un caso che questo instaurarsi di rapporti falsi e virtuali siano accompagnati da un generale e deleterio vuoto di responsabilità: il modo di relazionarsi agli altri, così inconsistente, non spinge a pensare a se stessi come a un identità, a una personalità DIVERSA e l'indifferenza per tutto ne è un sintomo... Va beh adesso devo andare… scriverò qualcosa di più la prossima volta ;)

Anonimo ha detto...

vedi io avevo il tuo stesso problema. le informaizoni passvaano da un orecchio uscivano dall'altro nella testa dei miei amici e non uno dei miei sforzi per far capire loro quello che hai citato te andava a buon fine. con alcune persone erano inutili pero' gli sforzia perchè erano pochi ma buoni, appassionati eppure chissà perchè...buoni risultati ma senza voglia e anzi direi necessita' di aumentarli.erano i ragazzi che si facevano le canne che bevevano che ecc ecc che suonavano scrivevano.quelli che senza bisogno di una povera professoressa santa avevano gia' in fondo scoperto la loro strada e le loro cusiosità. ragazzi che si beccavano le sospensioni ma che alla fine han lasciato un segno. e quelli che avrebbero voluto risaltare in base ai voti, senza voglia di approfondire alcunchè senza stimoli senza na minchia nella testa ...loro sono stati dimenticati dagli stessi professori. con rammarico in fondo, perchè in fondo è quello un fallimento piuttosto comune nella società odierna. spero di aver azzeccato il problema. di aver inteso bene. in ogni caso vorreisottolineare che non penso sia la scuola ad aver la responsabilità di incuriosire. anche se ovvio collabora, di fronte a cercte teste nulla si puo' fare. un undici preso come vogliono i ragazzi dicui tu parli lascia il tempo che trova, la mia scuola è reputata buona nonostante sia un tecnico prorpio perchè premiava le personalità non le persone.

un abbraccio sincero e tieni duro che qualche anima si libra tra la moltitudine ogni tanto, e ogni sforzo non e' mai cmq vano!

sonia

Gengia ha detto...

Grazie Marco e Grazie Sonia :) (che piacere vederti sbucare quà e là sonietta!)

Simone ha detto...

Sono le mamme che li convincono che c'è sempre un'ingiustizia dietro ai loro fallimenti.
E così producono mostri assolutamente inabili a prendersi le proprie responsabilità.

Gengia ha detto...

si, sono daccordo, me l'han pure provato parlandomi di con che spirito vanno i loro genitori a parlare i professori,e se ne tornano a casa dicendo ai propr figli che i loro professori dicono delle cazzate. Povero mondo..

Anonimo ha detto...

Salve a tutti, chi scrive è proprio un professore di meno di trent'anni. Ho scelto questo lavoro perchè lo reputo importante ed entusiasmante; purtroppo però, sto iniziando a scontrarmi contro questa generazione di zombie che mi sta svuotando rapidamente di tutte le aspettative ed energie: in poco più di 5 mesi che insegno, ho incontrato (tranne rare eccezioni che mi aiutano ad andare avanti) ragazzi boriosi, ignoranti su tutti i livelli, che non riescono a mettere in fila dieci parole e che trovano persino difficile formulare una domanda (cioè non sanno neppure come chiedermi le cose!), convinti da televisione e genitori che i professori siano dei badanti inutili e falliti che loro possono ricattare a piacimento con la minaccia della denuncia per ogni cosa (se li sfiori, se li sgridi, se gli metti un voto basso... ed, all'occorrenza, si può anche inventare un incidente perchè tanto tutti crederebbero all'innocente creatura e non all'adulto)... La cosa che però più mi lascia sconvolto è che alla domanda "quali sono i tuoi interessi?", la risposta è sempre un'inequivocabile faccia interrogativa come dire "perchè dovrei avere degli interessi?". Beh, mi spiace dirlo ma, temo che questo sia l'inizio della fine, o comunque credo che ben presto gli italiani saranno giustamente sostituiti dagli stranieri su tutti i livelli (visto che i ragazini stranieri si impegnano venti volte più di loro)... il risultato? call centers per tutti... nel migliore dei casi.

Anonimo ha detto...

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