martedì, maggio 09, 2006

Domani mi vado a tatuare, come i cani, per riconoscerne la proprietà.
Io ci scriverò vicino "è mia".
L'idea è partita da qua:

L'uomo che cammina sui pezzi di vetro
dicono ha due anime e un sesso di ramo duro in cuore
e una luna e dei fuochi alle spalle
mentre balla e balla,
sotto l'angolo retto di una stella.
Niente a che vedere col circo,
nè acrobata nè mangiatore di fuoco,
piuttosto un santo a piedi nudi,
quando vedi che non si taglia, già lo sai.
Ti potresti innamorare di lui,
forse sei già innamorata di lui,
cosa importa se ha vent'anni
e nelle pieghe della mano,
una linea che gira e lui risponde serio "è mia";
sottindente la vita.
E la fine del discorso la conosci già,
era acqua corrente un pò di tempo fà
e ora si è fermata qua.
Non conosce paura
l'uomo che salta e vince sui vetri
e spezza bottiglie e ride e sorride,
perchè ferirsi non è possibile,
morire meno che mai e poi mai.
Insieme visitate la notte
che dicono è due anime
e un letto e un tetto di capanna utile
e dolce come ombrello teso tra la terra e il cielo.
Lui ti offre la sua ultima carta,
il suo ultimo prezioso tentativo di stupire,
quando dice "È quattro giorni che ti amo,
ti prego, non andare via, non lasciarmi ferito".
E non hai capito ancora come mai,
gli hai lasciato in un minuto tutto quel che hai.
Però stai bene dove stai. Però stai bene dove stai.


ed è cresciuta e si è sviluppata. E domani la vado a fermare, prima di perderla.

Baci

Agnese

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Brava gne, corri, non vedo l'ora di vederlo :)

Antonio LdF ha detto...

Ma cosa è?
Di chi?
Quando?
Perché?

Anonimo ha detto...

la poesia è bellissima!
grazie! sia se non è tua, sia, e ancor di più, se è tua.
mi hai emozionata
flora

Gengia ha detto...

eheh è una canzone, di Francesco De Gregori, si intitola Pezzi Di Vetro, è nell'album Rimmel. CONSIGLIATISSIMISSIMO ovviamente!