lunedì, maggio 29, 2006

Zucche

Purtroppo la macchinetta fotografica ci vede meno di me e non volendo farmi notare troppo con il flash, la maggior parte delle foto sono completamente buie. L'ho usato solo ogni tanto..
Purtroppo di nuovo anche con il flash non si riusciva a prendere "il paesaggio", non si riusciva ad immortalare la corona di edifici che circonda la piazza dopo il volto, non si riusciva a prendere la visuale che si vedeva guardando dalla terrazza più alta della casa del padrone.
Le foto tra virgolette "venute" sono fatte nella villa, dove la luce si disperdeva meno. Gli edifici dello zuccherificio vero e proprio sono troppo ampi, bisognerebbe andare di giorno ma ora ci sta sempre qualche geometra e gente che lavora per asportare l'amianto prima di demolire, e chiaramente essendo una proprietà privata non ci si può far vedere .
Un vero peccato è che non son riuscita ad immortalare la gru che sta in bilico là in mezzo alle sterpaglie e ai rottami. Quella è una cosa meravigliosa; enorme scheletro altissimo.


qua siamo nella villa, apparentemente nella cucina. c'è una tale quantità di stanze che non saprei, magari ce n'era un altra..

quà è chiaramente una porta, quella che introduce al vano scala

il bagno



il camino sulla terrazza alta

Zighi


un pò di tubature sotto l'edificio principale

i letti..

il gabbiotto che comanda tutto..

la finestra dell'Anna

l'Anna

in cantina..
il Reggio che ironizza sui fantasmi delle segrete della villa

Lo zucche è un luogo talmente surreale.. così suggestivo ed affascinante.
Le strade all'interno dell'area saccarifera danno totalmente l'idea di trovarsi in un vero e proprio paese abbandonato. E' esteso per uno spazio pari a quello del centro storico di Sermide. Le rotaie attraversano le strade.. danno un'incredibile impressione di stare in un campo di concentramento. E poi ha il suo odore, l'odore delle sue piante, fortissimo..

Documentandomi un pochino pochissimo ho trovato che l'area (di proprietà di una società immobiliare, che l'ha acquistata dai Ferruzzi quando questi hanno dismessi gli stabilimenti) comprende: 1. uno zuccherificio del dopoguerra; 2. uno zuccherificio di prima della guerra; 3. una palazzina per uffici; 4. la villa di Giò Ponti; 5. altri vari edifici di servizio (pese per i camion, magazzini, bagni per gli operai ecc.); 6. un parco piuttosto grande. Gli edifici industriali sono stati sventrati (a) per togliere tutto il ferro e ogni altro materiale rivendibile, (b) per togliere le coperture in amianto. Il tutto sorge a un passo dal centro del paese. Non so quale possa essere il valore economico del terreno: tanto per dare un'idea, c'è spazio abbastanza per costruirci sopra (a occhio) almeno un duecento appartamenti.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

MASTER OF THE WINDS


Nel silenzio dell’oscurità, quando tutti vanno velocemente a dormire
Io vivo dentro un sogno chiamando il tuo spirito
Come una vela chiama il vento, sento gli angeli cantare
Al di là del sole, lungo i cieli di ovest
Arrivando fin dentro la nerezza e trovando una linea d’argento
In una voce soffio su una candela nella notte
Porteremo tutti i nostri sogni su un singolo raggio di luce

Chiudi gli occhi, guarda nel sogno
I venti del cambiamento saranno venti portatori di fortuna

Vola via fino all’arcobaleno nel cielo, l’oro è alla fine
Per ognuno di noi che lo troverà
C’è una strada che comincia dove le altre finiscono
Qui i quattro venti conoscono chi infrange e chi piega
Tutti possono diventare il maestro dei venti

Stelle cadenti illuminano ora la mia strada
La mia vita era scritta nel vento
Nuvole in alto, nuvole in basso, dall’alto ascende il sogno interiore
Quando il vento riempirà il cielo, le nuvole si muoveranno da una parte
E saranno la strada per tutti i nostri sogni
Per un giorno che punge, due migliori arriveranno
Nulla è cattivo come sembra

Gengia ha detto...

Vero tesoro, nulla è cattivo come sembra. Nè io, nè te, nè quello che ci sta attorno..
tepore di vita appunto

Antonio LdF ha detto...

Caspita sapessi quanti locali come questo c'erano intornao casa mia prima che ci cotruissero un centro commerciale.
In mezzo alla campagna che chiamavamo "luogogrande" ("loghuranni") c'era un casermone fascista costruito per i contadini. Andavamo lì tutte le notti d'estate a mangiare e a scherzare. Allora non sapevo neanche che ci si sarebbe potuto portare anche qualche ragazza, ma ero felice! Andavamo a caccia di conigli, merli e lucertole! Uff non esistevano manco le macchinette digitali!

Anonimo ha detto...

Da un certo punto di vista sembrerebbe anche terrorizzante. Secondo me è un posto bellissimo per una partita di softair. Un vero peccato non sfruttare questo posto.

Gengia ha detto...

veniva sfruttato eccome! esattamente per quelle cose lì che dici te..ecco ognuno con quello che può.

Antonio LdF ha detto...

Quelle cose che dici te, e con te intendi me?!
Gengiaaa che ci andavi a fare eh?!!?!?

Gengia ha detto...

asinissimo! parlavo dei compattimenti con le cerbottane ad aria compressa..

Anonimo ha detto...

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